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Mutamenti (1990)

L’artista ha posto in grandi vasche di acciaio tre fasi di una trasmutazione di materiali che sintetizzano stati  naturali della materia: liquido, solido e aeriforme.

Nella prima  vasca è una distesa scura d’acqua nelle quale si ergono come scogli o piccole isole,tre blocchi di carta bianca; nella seconda vasca una miriade di minute schegge di vetro formano un labirinto di tracce regolari che ricordano la ghiaia dei giardini giapponesi il cui orizzonte è interrotto da tre massi ancora bianchi; la terza vasca, riempita da una finissima polvere di carta, ospita tre agglomerati di vetro trasparente.

Le tre vasche appaiono come tre paesaggi silenziosi, tre luoghi del divenire. Apparentemente fermi nella loro immutabilità, ma in realtà mossi da un intento comune: mossi da una loro dinamica del tutto concettuale di trasformazione. Il procedimento in fieri è qui del tutto virtuale, o per meglio dire si compie solo nella mente dell’osservatore che aziona con il suo sguardo il meccanismo di trasmutazione di ogni singolo luogo, in un unico processo, qui più alchemico che chimico.

La Vici, da sempre impegnata a lavorare sulla rappresentazione metaforica e traslata del passaggio del tempo, trova una sua sintesi poetica della durata vicina a certe forme di pensiero orientale, e più specificatamente zen, dove l’assoluta immobilità sintetizza perfettamente il concetto di movimento interiore di alchimia della riflessione.

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- Viviana Gravano

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